giovedì 26 aprile 2012

Il gelido silenzio di Dachau

Ho varcato quel cancello, ho visto quello che resta dei binari che li portavano dentro e per la prima volta in vita mia ho provato una profondissima angoscia. Mi sono sentito in colpa come se fossi uno di quei "turisti dell'orrore", come li chiamano in tv, che scatta le fotografie sul luogo del delitto. Inizialmente mi sono chiesto cosa ci facessi li, perchè tutta quella gente fosse li e soltanto dopo ho capito che nonostante fosse doloroso è necessario non dimenticare per evitare che tutto quello che è successo dentro il campo di concentramento di Dachau possa, un giorno, accadere di nuovo. Ho provato ad immaginarmi al posto di uno dei 41.500 che hanno varcato quel cancello soltanto una volta, mentre camminavo per i corridori della Jourhaus (porta dell'inferno) lungo la lagerstrasse... e stavo per scoppiare in lacrime. Celle, punizioni, torture, esperimenti medici su internati sani e non, camere a gas, forni crematori. Non riesco a capire come sia stato possibile tutto questo. Non riesco a capire come sia possibile che ancora oggi esista qualcuno che possa inneggiare a folli dottrine che hanno causato tutto questo. Quello che è successo in quel luogo non è stata guerra, è stato il materializzarsi del male. 

In memoria.